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L’acronimo BDSM fa riferimento a tutte quelle pratiche erotiche e/o sessuali mirate a far raggiungere l’apice della soddisfazione o godimento tramite il dolore fisico causato dalle dinamiche di dominazione o sottomissione e da quelle di sadismo e masochismo. L’obbiettivo di pratiche come quella del Bondage, ovvero l’immobilizzazione di sè stessi o del proprio partner tramite accessori come corde, legacci o simili, è quello di portare la dimensione della coppia ad un livello di ‘disequilibrio perfetto’, dove l’armonia è bilanciata da un dominatore/dominatrice che esercita il proprio potere sul sottomesso/sottomessa, ma sempre entro i limiti del consenso reciproco.
Gli incontri BDSM sono dunque le occasioni materiali che hanno due partner tra loro sconosciuti di congiungersi in un determinato posto ed attuare le pratiche sadomasochistiche pattuite al momento di conoscersi, cosa che di solito avviene tramite strumenti come siti internet appositi o annunci cartacei.
Per quanto riguarda gli Italiani, l’utilizzo e l’adesione a siti ed altri mezzi per organizzare incontri BDSM è piuttosto massiccia. Questo dato ci induce ad un interrogativo: l’uomo italiano preferisce la cosiddetta ‘mistress‘ o la ‘schiava‘ per soddisfare le proprie fantasie BDSM?
Nel proseguo dell’articolo risponderemo alla domanda e contestualmente spiegheremo il significato del termine ‘mistress’, molto meno intuitivo che non quello di ‘schiava’.
La ‘mistress’ come antidoto per i sensi di colpa
Nell’ambito del BDSM il termine ‘mistress‘ sta ad indicare la cosiddetta ‘dominatrice’, ovvero la donna che, di concerto con il proprio partner, assume nei suoi confronti il più totale controllo. Nella fattispecie la mistress ha la facoltà di sottoporre l’altra persona ad ogni tipo di angheria ed umiliazione (sempre entro il limite del consentito) senza mai uscire dal proprio ‘personaggio’ o ruolo.
Possono essere vari i motivi che inducono l’uomo italiano a cercare una mistress per le pratiche di sesso BDSM. Uno dei più accreditati è la convinzione, inconscia o consapevole, che tramite il dolore fisico e l’annientamento della propria volontà si possano espiare le proprie colpe. Oppure, ed anche qui si tratta di una dinamica dalle forti implicazioni psicanalitiche, l’uomo riconosce nella mistress una figura dell’infanzia che l’ha abituato a ritenere la sottomissione come una delle uniche condizioni possibili cui aspirare.
La ricerca della ‘schiava’ soddisfa maschilismo e senso di onnipotenza
Quando l’uomo italiano sceglie la ‘schiava’ come propria figura di partner per gli incontri BDSM risponde ad una necessità in particolare: quella di ribadire, tramite una determinata modalità di sesso ‘coercitivo’, l’importanza e l’onnipotenza della figura maschile in seno al rapporto di coppia uomo-donna.
In questo contesto il discorso assume una valenza politico-sociologica.
L’emancipazione graduale della donna all’interno di ogni tessuto della società ha destabilizzato profondamente l’uomo, che col passare del tempo si è trovato al cospetto di un’interlocutrice meno fragile e meno disposta a lasciare a l’uomo tutto il potere decisionale.
Questa inversione di tendenza, dunque, ha portato un certo numero di uomini ad accentuare la propria, tradizionale inclinazione al maschilismo ed a pensare che l’unico modo di gestire una donna così intraprendente ed aggressiva è quello di sottometterla con la violenza (in questo senso , purtroppo, parlano in modo più che eloquente le statistiche sui femminicidi a danno delle donne italiane) e con la somministrazione del dolore fisico.
La scelta della ‘schiava’ per il sesso BDSM, in definitiva, ricongiunge l’uomo italiano con quella tradizione ‘patriarcale’ che è storicamente insita e ben radicata nel proprio immaginario.
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